Basterebbe soffermarsi sulle immagini della Great Pacific Garbage Patch per inorridire insieme davanti al paesaggio deturpato dalle bottiglie di plastica. Un’isola di immondizia galleggiante (più di dieci milioni di kilometro quadrato di superficie) che minaccia ogni giorno l’ambiente e l’ecosistema marino. I rifiuti vengono trasformati in microplastiche dall’azione del sole, del vento e delle onde: ecco perché, per queste sostanze tossiche, diventa estremamente facile raggiungere e aggredire i nostri corpi.
Le plastiche, inoltre, non si limitano ad inquinare… …sfruttano totalmente il pianeta perché derivano dal petrolio. Attualmente, il materiale più utilizzato per la loro produzione è il PET (Polietilene tereftalato), un polimero chimico che può rilasciare sostanze dannose per la salute (contaminando il contenuto che dovrebbero invece proteggere).
Le 29 sostanze potenzialmente tossiche presenti nella plastica aumentano la propria concentrazione di oltre 9 volte quando la temperatura viene innalzata da 20 a 30 gradi. E di “appena” di 4 volte quando l’acqua viene conservata nella bottiglie per oltre 3 mesi…
Appare chiaro, quindi, come in ogni caso le concentrazioni aumentino. E nessuno può intervenire.
Chissà cosa succede quando le bottiglie riposano nei camion (dove le temperature superano i 50 gradi)… O quando si stoccano nei depositi per mesi e mesi…
Ecco cosa rilasciano le bottiglie di plastica quando esposte al calore ed ai raggi solari:
Antimonio: catalizzatore per la produzione del PET. Questa sostanza viene considerata dallo IARC nel gruppo 2b: possibile cancerogeno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica come valore guida il limite di 5 microgrammi/litro.
Formaldeide ed Acetaldeide: questi composti conferiscono quel fastidioso sapore di plastica all’acqua. Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l’evidenza é che la formaldeide potrebbe essere cancerogena per l’uomo. In particolare causerebbe cancro e leucemia.
L’acetaldeide viene classificata dallo IARC nel Gruppo 1, quindi come un sicuro cancerogeno per l’uomo.