Questa particolare tecnologia ad osmosi inversa è davvero lo strumento ideale per purificare, filtrare e decontaminare l'acqua?

Probabilmente sì, dato che acqua “potabile” non significa acqua decontaminata e nella sua “potabilità” potrebbe contenere persino calcare, cloro, amianto, arsenico e piombo.

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Caro lettore,

se sei interessato ad una tecnologia in grado di purificare e decontaminare l’acqua del tuo rubinetto di casa, allora questo è il messaggio più importante che leggerai oggi.

Infatti…

… quando parliamo di acqua, ti sei mai chiesto quale potrebbe essere un valido ragionamento all’interno delle case degli italiani?

Dalle ricerche, emerge una risposta simile a: “Visto che paghiamo per il consumo e siamo stanchi delle file nei supermercati e delle inutili fatiche per il trasporto delle bottiglie… forse conviene bere l’acqua del rubinetto così da garantirci la certezza di un’acqua decontaminata“.

In realtà non è sempre così.

Intendiamoci: la maggior parte delle acque di rete hanno valori in linea con le indicazioni degli scienziati a tutela della salute pubblica.

Ma quelle stesse acque percorrono lunghe tratte prima di arrivare nelle abitazioni.

E più l’acqua si allontana dalla fonte…

… più potrebbe subire contaminazioni batteriche.

Immagina il percorso lungo le condotte.

Un campo minato in cui l’acqua attraversa tubature spesso vecchie, con scarsa manutenzione e di conseguenza incrostate di calcare, ruggine, metalli pesanti e batteri.

​Il punto è proprio questo: l’acqua rappresenta un habitat ideale per la proliferazione dei batteri e paradossalmente la proliferazione è dovuta all’elevato contenuto di nutrienti e ossigeno.

Non a caso, parlando ad esempio di cucina, la salatura o altre tecniche di conservazione di alimenti che contengono acqua vengono da sempre utilizzate per combattere la contaminazione batterica. 

​Tuttavia, quando si tratta di acqua del rubinetto o di acqua potabile per il consumo umano…

… è necessario misurare parametri microbiologici ben precisi, che ne determinano la sicurezza per la salute.

Questo perché, fin dalla prima infanzia, scopriamo quanto sia importante il semplice gesto di bere l’acqua.

Del resto, la scienza insegna che il nostro corpo é costituito per oltre il 70% da acqua (percentuale che varia leggermente con l’età).

​La vita stessa è nata nell’acqua e grazie all’acqua. E come se non bastasse, qualsiasi funzione del nostro organismo dipende, direttamente o indirettamente, dalla presenza di acqua.

​Questi dati, presi singolarmente, dovrebbero spingerci a ragionare in profondità sull’importanza dello stato di purezza dell’acqua con cui nutriamo il nostro organismo. 

​Il motivo è semplice: l’acqua aziona le principali funzioni del nostro organismo.

 Tra queste troviamo: 

  • Termoregolazione (l’acqua regola la temperatura corporea, fondamentale per proteggere organi e cervello);
  • Circolazione del sangue (le vene e le arterie trasportano le sostanze nutritive ad ogni singola cellula).

 

Purtroppo, ancora oggi, molti non sanno che l’acqua definita potabile (quella che esce dal rubinetto) e l’acqua minerale delle varie bottiglie – spesso di plastica (oltretutto inquinanti per il pianeta) – potrebbero contenere sostanze nocive e, nella peggiore delle ipotesi… perfino cancerogene.

​Tuttavia, con l’aiuto della giusta tecnologia, l’acqua potrebbe diventare una nuova alleata per la tua salute, la tua pelle, il tuo corpo. 

​Se la qualità della nostra vita dipende in buona parte dall’acqua che beviamo e che usiamo per cuocere i cibi…

… allora è facile intuire quanto sia meglio nutrirsi soltanto con acqua pura e decontaminata.

La prima fonte di intossicazione

Basterebbe soffermarsi sulle immagini della Great Pacific Garbage Patch per inorridire insieme davanti al paesaggio deturpato dalle bottiglie di plastica. Un’isola di immondizia galleggiante (più di dieci milioni di kilometro quadrato di superficie) che minaccia ogni giorno l’ambiente e l’ecosistema marino.

I rifiuti vengono trasformati in microplastiche dall’azione del sole, del vento e delle onde: ecco perché, per queste sostanze tossiche, diventa estremamente facile raggiungere e aggredire i nostri corpi. 

Le plastiche, inoltre, non si limitano ad inquinare… …sfruttano totalmente il pianeta perché derivano dal petrolio. Attualmente, il materiale più utilizzato per la loro produzione è il PET (Polietilene tereftalato), un polimero chimico che può rilasciare sostanze dannose per la salute (contaminando il contenuto che dovrebbero invece proteggere).

Le 29 sostanze potenzialmente tossiche presenti nella plastica aumentano la propria concentrazione di oltre 9 volte quando la temperatura viene innalzata da 20 a 30 gradi. E di “appena” di 4 volte quando l’acqua viene conservata nella bottiglie per oltre 3 mesi…

Appare chiaro, quindi, come in ogni caso le concentrazioni aumentino. E nessuno può intervenire.

Chissà cosa succede quando le bottiglie riposano nei camion (dove le temperature superano i 50 gradi)… O quando si stoccano nei depositi per mesi e mesi…

Ecco cosa rilasciano le bottiglie di plastica quando esposte al calore ed ai raggi solari:

Antimonio: catalizzatore per la produzione del PET. Questa sostanza viene considerata dallo IARC nel gruppo 2b: possibile cancerogeno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica come valore guida il limite di 5 microgrammi/litro.

 

Formaldeide ed Acetaldeide: questi composti conferiscono quel fastidioso sapore di plastica all’acqua. Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l’evidenza é che la formaldeide potrebbe essere cancerogena per l’uomo. In particolare causerebbe cancro e leucemia.

L’acetaldeide viene classificata dallo IARC nel Gruppo 1, quindi come un sicuro cancerogeno per l’uomo.

Le sostanze tossiche che dalla bottiglia di plastica si mescolano nell’acqua hanno limiti ben precisi. Le aziende avrebbero l’obbligo di analizzare la migrazione di queste sostanze attraverso delle analisi di laboratorio periodiche. Invece, come mostrato dal servizio di Report sulla Rai, i test vengono effettuati “a campione” e le analisi sono limitate da 1 a 3 volte l’anno. 

Questo significa che non viene testata ogni singola bottiglia, ma una “a campione” ogni chissà quante.

Il rischio è che queste acque contaminate diventino responsabili di effetti tossici acuti o cronici. 

La seconda fonte di intossicazione

La contaminazione microbiologica delle acque sotterranee costituisce uno dei rischi sanitari tra i più conosciuti, in quanto la trasmissione dei microrganismi patogeni per via idrica può generare nell’uomo diverse patologie sia per ingestione che per inalazione o per contatto.

Alterazioni di carattere chimico o microbiologico concorrono a rendere spesso non potabili anche acque limpide, fresche e assolutamente “insospettabili”.

Un’acqua può essere dichiarata idonea all’uso potabile solo quando è stata analizzata sia sotto il profilo chimico che microbiologico: nessuna altra indicazione (assenza di torbidità, senso di gradevolezza, isolamento ambientale del corso idrico o della sorgente) costituisce elemento sufficiente per dichiarare un’acqua “buona” o esente da rischi per la salute umana. 

 

La gestione ottimale delle risorse idriche esige la conoscenza delle reali condizioni di infiltrazione, circolazione ed emergenza delle acque sotterranee. Infatti, per poter salvaguardare gli acquiferi dall’inquinamento, è indispensabile avere informazioni sui bacini di alimentazione sotterranei e sulle relative potenzialità, sulle modalità di deflusso delle acque, sulle aree di drenaggio e di alimentazione preferenziali, sulle zone di recapito naturale, sui volumi d’acqua che alimentano annualmente le falde, sulle riserve idriche immagazzinate, sulle interconnessioni esistenti tra bacini sotterranei limitrofi e sugli interscambi tra deflussi superficiali e sotterranei. 

 

Quindi, i risultati delle indagini microbiologiche, nell’ottica dei processi di cambiamento climatico attualmente in corso, assumono grande rilevanza in quanto i trend di temperatura dell’aria fanno presupporre una distribuzione della contaminazione delle acque sotterranee differente nel tempo e un maggiore rischio di trasmissione di infezioni: infatti, il progressivo aumento della temperatura dell’aria produrrà una progressiva riduzione dei periodi di congelamento e dei cicli gelo/disgelo ad alte quote, minimizzando l’effetto degli shock da freddo sulle cellule microbiche.

 

Questo potrebbe determinare inquinamento microbiologico delle sorgenti anche durante il periodo invernale come conseguenza di una abbondante infiltrazione efficace e del trasporto di un più alto numero di cellule vitali dalla superficie del suolo alle acque di falda e quindi alle sorgenti.

Ecco l'unica tecnologia che protegge e trasforma il tuo rubinetto in una sorgente di acqua pura

1.

Pressione

2.

Membrana

3.

Acqua purificata

4.

Erogazione

Processo di osmosi inversa in 4 step

L’osmosi inversa è un processo che ti farà ottenere acqua pura e decontaminata direttamente dal tuo rubinetto di casa.

 

La tecnologia si basa sull’osmosi, un processo naturale del corpo umano.

 

Tramite l’osmosi, due liquidi con diversi solidi disciolti si incontrano e si mescolano fino ad ottenere una concentrazione uniforme. La membrana semipermeabile ha il compito di suddividere il concentrato. Il risultato è un liquido con una minore quantità di solidi che si sposta verso il liquido con una maggiore quantità di solidi.

L’osmosi inversa segue lo stesso procedimento (separando i sali dall’acqua) ma con una funzione inversa. In pratica, tramite una pompa ad alta pressione ed una membrana semipermeabile, oltre ai sali si trattengono i batteri e tutte le sostanze indesiderate e potenzialmente inquinanti presenti nell’acqua.

 

L’acqua che passa attraverso la membrana e sgorga dal rubinetto risulterà quindi pura e decontaminata da tutti gli elementi indesiderati che ha accumulato durante il percorso dalla condotta.

 

La membrana semipermeabile trattiene, inoltre, gli ioni presenti nell’acqua: questo evita l’accumulo di depositi salini che potrebbero provocare ostruzioni o perdita di flusso nel dispositivo.

Dalla membrana, in definitiva, emergono quindi due flussi: uno è il concentrato, contenente sostanze inquinanti che non vengono fatte passare; l’altro è il permeato, che rappresenta l’acqua pura e completamente priva di batteri e sostanze indesiderate e che potrai sfruttare per bere o cucinare in totale sicurezza.

La parola all'esperto d'acqua del rubinetto

L’acqua pura, minimamente mineralizzata, stimola e agevola l’espulsione delle scorie prodotte dal metabolismo e dalle tossine assorbite.

Gli effetti di questa disintossicazione stimolata e agevolata dall’acqua si traducono in una evidente rigenerazione dei tessuti, un sensibile rassodamento dei muscoli e un significativo rafforzamento di tutto il sistema immunitario.

Nei bambini, l’acqua pura e minimamente mineralizzata assume un ruolo imprescindibile – grazie al bassissimo contenuto di sali minerali inorganici – perché favorisce il raggiungimento del pH gastrico ottimale e una rapida risoluzione di eventuali stati di acidosi tipici della prima infanzia.

Come migliorare la qualità della tua vita e proteggere la tua salute e quella dei tuoi cari

Forse ora ti è più chiaro il motivo per cui dovresti limitare fino a smettere di bere l’acqua in bottiglia di plastica e la “potabile ma impura” del rubinetto…

Quindi ci troviamo di fronte a un bivio.

 

Puoi percorrere due strade:

  1. Dimenticarti di tutto quello che hai letto e ascoltato, continuando a trascurare corpo e sangue. Una scelta di questo tipo, tuttavia, è un po’ da egoisti: che senso può avere scegliere di sfidare la propria vita e contribuire volontariamente alla distruzione del pianeta? 

  1. Decidere, adesso, di volerti bene abbastanza da abbracciare il cambiamento. In questo caso non devi far altro che approfittare della speciale offerta a te dedicata. Come sarebbe vivere senza le fastidiose preoccupazioni che mordono la coscienza ogni volta che, da ora in avanti, ti troverai a versare un bicchiere d’acqua non sanificata?

 

Per favore… non rinunciare al tuo benessere un’altra volta. 

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